Scuola di Alpinismo "Nino della Bosca"

Club Alpino Italiano - Sezione di Malnate

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Scuola di Alpinismo "Nino della Bosca" - C.A.I. -Sezione di Malnate - Relazioni Vie in Roccia - Lombardia

Medale - Lecco - via Bonatti (VI e A0 obbl)

LOCALITA’ DI PARTENZA Laorca, LC.
QUOTA ATTACCO 810 m
QUOTA ARRIVO 1029 m
ESPOSIZIONE S
TIPO DI ROCCIA calcare da buono a ottimo, in L2 e L3 lucida.
PERIODO CONSIGLIATO non in estate
RIFUGIO D’APPOGGIO -
PRIMI SALITORI Walter Bonatti e Carlo Casati, 18 settembre 1950
DIFFICOLTA’ VII (VI e A0 obbl).
SVILUPPO DIFFICOLTA’ 200m
TEMPO DI SALITA 3h
TEMPO DISCESA 1h 
ATTREZZATURA e CHIODATURA ottima a fittoni e chiodi (alcuni un po’ vecchi) su L2 e L3, poi via via più radi. Soste su fittoni da collegare. Attrezzatura: solito da arrampicata, dodici rinvii, 1 corda da 60m o due mezze, cordini e nut medio-piccoli.

 

VALUTAZIONE ITINERARIO via logica di stampo classico con un traverso (L2) emozionante.
ACCESSO e AVVICINAMENTO Da Laorca seguire la stradine che costeggia il cimitero che poi diventa un sentiero. Seguire le indicazioni “Ferrata Alpini Medale”, tale sentiero costeggia tutta la grande parete della Corna di Medale, fino al Pilastro Irene dove si può scegliere se salire con la ferrata o con arrampicata sulla via Miryam. (30min) Noi abbiamo salito la Miryam alla fine della quale, risaliti pochi metri su rocce rotte, si piega a destra in discesa per sentiero accennato, tra le frasche, fino ad un pilastrino di roccia grigia dove, su un terrazzino c’è una sosta su due fittoni.
RELAZIONE ITINERARIO I tiro: salire un piccolo diedro iniziale lucido e poi su rocce facili fino alla prima sosta sulla parete gialla. 25m, IV+, III.

II tiro: prepararsi alla lunga traversata: esposta, continua e fisica. Dalla sosta risalire un primo diedro verticale (2 fittoni) fino ad un pulpito (V), da qui iniziare a traversare a destra su roccia lucida ma ben chiodata seguendo una fessura che taglia diagonalmente tutta la parete fino ad un fittone posto su un pilastrino. Da qui c’è una placca a gocce ben lavorata e dalla tenuta spettacolare che si traversa con passo obbligato (VI/VI+) fino in sosta aerea: passo chiave. 45m, VI+ e A0.

III tiro: risalire il diedro sovrastante su roccia solida ma lucida. La lunghezza è ben chiodata ma molto fisica e continua con alcuni piccoli strapiombi da superare fino alla sosta - intermedia - aerea esposta. Se entrambi i membri della cordata ne hanno si può proseguire fino alla sosta successiva. 20m, VI e A0.

IV tiro: proseguire lungo il diedro fessurato, ora meno protetto, (V) per poi superare un tetto aggirandolo da destra grazie ad una lama rovescia lucida (V+/VI). Una volta usciti su percorso più agevole fino in sosta. 25m, V+.

V tiro: adesso su lame ruvide e percorso meno obbligato salire verso a sinistra, cercando di tenere il filo di un ideale sperone. Superare un alberello e ricercare la sosta, comunque ben visibile. 45m, IV+

VI tiro: sempre su bella roccia e percorso meno obbligato obliquare a sinistra fino ad entrare in un canale misto roccia e frasche (via originale; a destra del canale su una placca liscia attrezzata con fittoni c’è una variante di 6a). Superare adesso le ultime rocce sul filo della cresta e poi su rocce rotte raggiungere l’ultima sosta. 40m, IV, III. 
DISCESA Alla fine della salita, proseguire lungo la ferrata fino alla croce di vetta. Superatala prendere un sentierino, scosceso (in inverno si potrebbe trovare neve mista a ghiaccio) che scende sul versante nord del Medale, fino alla base della parete (seguire in bolli rossi), alla sua destra (viso alla parete), quindi vicinissimi a Laorca. Riprendere il sentiero dell’andata e tornare a casa. (1h)

 

NOTE Via fisicamente impegnativa da non sottovalutare. Sebbene le difficoltà espresse in gradi UIAA siano pressoché le stesse della via Miryam, l’arrampicata è molto diversa, sia concettualmente che tecnicamente. A nostro avviso più impegnativa.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Pietro Buzzoni ed Eugenio Pesci, Lario Rock. Pareti, Edizioni Versante Sud, 2011.
DATA RELAZIONE Salita settembre 2012 Antonio e Giacomo M. e Stefano G.
RELAZIONE  

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