LOCALITA’ DI PARTENZA | Goscheneralp |
QUOTA ATTACCO | 2490 m |
QUOTA ARRIVO | 2828 m |
ESPOSIZIONE | N-O |
TIPO DI ROCCIA | granito ottimo, un po’ lichenosa soprattutto nei primi tiri |
PERIODO CONSIGLIATO | Estate |
RIFUGIO D’APPOGGIO | - |
PRIMI SALITORI | - |
DIFFICOLTA’ | VII, VI A0 (VI obbl) |
SVILUPPO DIFFICOLTA’ | 500 m |
TEMPO DI SALITA | 2h l'avvicinamento; 5h la via |
TEMPO DISCESA | - |
ATTREZZATURA e CHIODATURA | Chiodatura: globalmente sprotetta tranne che nei passaggi chiave (in totale, oltre le soste, meno di 30 tra spit e chiodi); soste a spit da collegare Attrezzatura: 12 rinvii, 2 due mezze corde, nut e friend fino al 3 BD, cordini |
VALUTAZIONE ITINERARIO | Via alpinistica globalmente impegnativa, ambiente maestoso, pochissimo frequentata (quest’anno 6 cordate in tutto compresa la nostra) |
ACCESSO e AVVICINAMENTO | Dall’autostrada svizzera A2, prendere l’uscita Goschenen, seguire le indicazioni per Goscheneralp, proseguire in automobile fino al parcheggio a pagamento in prossimità del grosso lago artificiale alla fine della strada asfaltata. Il sentiero parte subito dopo il posteggio. Bisogna attraversare l’argine della diga e prendere il sentiero segnalato, dopo il cancello di metallo. Proseguire fino a dopo un ponticello di legno, a quel punto deviare su sentiero segnalato azzurro e bianco verso sinistra risalendo il ripido pendio. A tre quarti della salita bisogna attraversare il pendio in direzione della cresta, seguendo degli ometti in pietra fino alla base della parete (2 ore circa).Bisogna prestare attenzione alla scelta del percorso, poichè ci sono due torrenti da guadare e delle placche scivolose a metà del pendio. L’attacco della via è poco a destra della fine della cresta, in mezzo a due grossi massi posti alla base della parete. Si vedono spit e chiodi, solo che sono arrugginiti quindi è difficile intravederli dalla base. Per evitare di sbagliare, basta risalire la base della cresta fino a vedere il primo spit posto a circa 2,5 m da terra. |
RELAZIONE ITINERARIO | I tiro: salire lungo la placca seguendo spit e chiodi, a metà del tiro spostarsi sulla destra da dove si deve risalire una fessura fino a sbucare sulla cresta ove si trova la sosta spostata sul lato sinistro della cresta. 40 m (V) II tiro: superare il breve sperone poi proseguire lungo l’evidente e larga fessura fino in sosta. Un chiodo e uno spit 30 m, IV+. III tiro: proseguire lungo la fessura, fino a raggiungere uno spit, di lì breve traverso atletico verso sinistra (presa un po’ scivolosa) per poi sormontare una bombatura, poi più semplice fino alla sosta. 30 m (V+, V A0). IV tiro: salire lungo la cresta, all’altezza dello spit breve traverso verso destra, fino a fessura evidente. Dopo i primi due metri diviene più semplice fino in sosta. Uno spit, integrabile con friend. 40 m (IV+) V tiro: puntare lo spit dritto sopra la sosta con arrampicata facile, poi vincere la placca tecnica (spit) e subito dopo spostarsi a destra fino in sosta su uno spit o spuntone. 25m (IV, V) VI tiro: cresta espostissima ma semplice. 25 m, (III) VII tiro: su percorso non obbligato salire lungo sistema di fessure non difficili fino in sosta. 30m, (IV) VIII. tenersi a sinistra della cresta, avanzando fino ad arrivare alla selletta dove c’è sosta su unico spit. 30 m (III) IX tiro: uno dei tiri chiave della via: quasi tutto in dulfer tranne un breve tratto tecnico su placca. Vincere la cresta affilata sul lato destro, seguendo gli spit. Superare una placchetta tecnica e poi sempre lungo la cresta fino alla sosta. Tiro atletico ed estetico, 40 m (VI/VI+). X tiro: salire seguendo la linea più logica fino a raggiungere uno spit, dì lì seguire una fessura sulla destra, dopo diversi metri lungo uno stretto diedro più semplice c’è un chiodo che porta alla sosta, 50 m (IV+). XI tiro: proseguire lungo il diedro e poi sulla cresta fino alla successiva sosta su unico spit o spuntone, 40 m (III+) XII tiro: proseguire qualche metro su percorso semplice fino alla sosta (due spit), da qui altro tiro chiave. Superare lo strapiombo ben chiodato, poi placchetta tecnica. Portarsi alla base di una fessura (friend incastrato), superata la quale si giunge in sosta, 25 m (VII, VI A0). XIII tiro: tenere la destra della cresta sulla linea più logica, fino alla sosta posta alla base di un pilastro, 40 m (III) XIV tiro: superare la parete lungo le due fessure e poi puntare la vetta, in prossimità di un grosso blocco passare a sinistra sopra un’evidente lancia. arrivati in cima superare il primo spuntone fino alla sosta (tiro tutt’altro che intuibile, ma è l’ultimo, quindi indirizzarsi decisamente verso la cima), 40 m (IV+) |
DISCESA | dalla sosta finale si vede il contenitore del libro di vetta su comodissima placca. Si scende a sinistra rispetto al canyon tra i due enormi massi della vetta, subito dopo l’ultima sosta. Si può scendere slegati lungo la placchetta e poi per rocce rotte fino a intravedere gli ometti. La calata e posta all’altezza della selletta sotto gli ometti. Calata da 30 metri fino alla base della parete, si lì risalire fino alla sella (a destra) e poi ridiscendere a piedi fino alla base della via. |
NOTE | Secondo la guida dalle soste alla fine del 3°, 8°, 11° tiro è possibile calarsi sul canalone con doppie da 60 metri o meno. Attenzione a non fare il nostro errore in discesa, abbiamo preso quello che sembrava un sentiero e ci siamo trovati in mezzo alle placche, oltretutto in pieno acquazzone, con non poca difficoltà per scendere. |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI | J.V. Kanel, Schweiz Plasir Ost, Edition Fildor, 1999. |
DATA RELAZIONE | agosto 2013 |
RELAZIONE | Giacomo M |