LOCALITA’ DI PARTENZA | Passo del Cainallo |
QUOTA ATTACCO | 1296 |
QUOTA ARRIVO | 2409 |
ESPOSIZIONE | N-O |
TIPO DI ROCCIA | - |
PERIODO CONSIGLIATO | Inverno |
RIFUGIO D’APPOGGIO | Rifugio Brioschi (vetta) |
PRIMI SALITORI | - |
DIFFICOLTA’ | da PD ad AD a seconda dell’innevamento |
SVILUPPO DIFFICOLTA’ | 400 |
TEMPO DI SALITA | 3 ore 45 |
TEMPO DISCESA | 2 ore |
ATTREZZATURA e CHIODATURA | Materiale da ghiaccio (piccozza, ramponi, corda 30m, assicurazioni) |
VALUTAZIONE ITINERARIO | Bella cresta vicino a casa con difficoltà contenute, a tratti aerea ed esposta, ma di soddisfazione. È richiesta ugualmente una buona capacità nella valutazione del manto nevoso. |
ACCESSO e AVVICINAMENTO | Dal passo del Cainallo seguire il sentiero che porta fino alla bocchetta di Prada (1626) e alla sua cappelletta. Da qui si prosegue lungo il filo della cresta fino a superare un primo motto e un traverso verso sinistra porta ad una sella (bocch. Piancaformia) da cui si può raggiungere il rifugio Bogani. |
RELAZIONE ITINERARIO | Dal passo del Cainallo seguire il sentiero che porta fino alla bocchetta di Prada (1626) e alla sua cappelletta. Da qui si prosegue lungo il filo della cresta fino a superare un primo motto e un traverso verso sinistra porta ad una sella (bocch. Piancaformia) da cui si può raggiungere il rifugio Bogani. Si prosegue lungo la dorsale affrontando un ripido pendio misto a roccette. Dopo questo tratto la cresta si appiana con saliscendi delicati, traversi e tratti di cresta affilati, fino ad un ultimo risalto di qualche metro (che si può evitare prendendo il sentiero della normale dal Bogani) di II/III che porta all’ultimo tratto di cresta fino in vetta. |
DISCESA | Dal Brioschi, scendere sul versante N (ripido); seguire i paletti metallici che tagliano, con un lungo traverso verso sinistra, la base della cresta appena percorsa, fino ad una dorsale verso destra che porta, attraverso un bosco di larici al Bogani; successivamente seguire le indicazioni per il Cainallo. Attenzione ad allontanarsi dalla traccia e dai paletti per la presenza di numerose grotte (questa zona ha un elevato interesse speleologico), nascoste dalla neve se copiosa. |
NOTE | Un po’ di cultura: “il termine generico Grigna non è che la forma dialettale usata in Valsassina per indicare una zona rocciosa friabile. Sull’origine del nome vi sono tuttavia opinioni diverse: interessante appare appunto quest’ultima, derivata dall’etmologia celto-germanica del termine valsassinese Gregna che deriverebbe quindi dalla parola greis, che significa “sabbia, gera”. Tale ipotesi è confermata dall’esistenza, soprattutto in Francia, di località con nome similare, anche se con sfumature etimologiche più varie.” “In seguito questo nome generico divenne specifico e fu unito dai topografi a quello di Monte Codeno o Moncòdeno, derivato dall’alpe omonima posta sul versante N. accanto al toponimo “Grigna di Moncòdeno” si è però affermato tra gli alpinisti il più semplice nome Grigna Settentrionale o Grignone, ormai universalmente accettato come il più esatto.” (cfr. Eugenio Pesci, Le Grigne, pgg. 309 e 504) |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI | Eugenio Pesci, Le Grigne, collana Monti d’Italia, CAI – TCI, San Donato Milanese 1998. |
DATA RELAZIONE | 10 febbraio 2013; Mario, Eugenia, Angelo, Paolo, Alberto, Antonio |
RELAZIONE | Antonio |
Di seguito le belle foto di Mario.