LOCALITA’ DI PARTENZA | Forni, parcheggio rifugio Pizzini |
QUOTA ATTACCO | Rifugio Pizzini, 2706 |
QUOTA ARRIVO | 3851 |
ESPOSIZIONE | E, S-E |
TIPO DI ROCCIA | - |
PERIODO CONSIGLIATO | Inizio estate |
RIFUGIO D’APPOGGIO | Rifugio Pizzini |
PRIMI SALITORI | L’alpinista-esploratore inglese Tuckett assieme ai fratelli Buxton, anch'essi britannici, e alle guide tirolesi Biener e Michel, il 3 agosto 1864 (secondo una versione ufficiosa, la prima assoluta sarebbe da accreditare a un seminarista tedesco Stephan Steinberger nel 1854) |
DIFFICOLTA’ | PD+ (pendenze fino a 55°) |
SVILUPPO DIFFICOLTA’ | 1100 m |
TEMPO DI SALITA | 4 h 30 |
TEMPO DISCESA | 2 h 30 |
ATTREZZATURA e CHIODATURA | Corda, ramponi, piccozza, cordini, chiodi da ghiaccio |
VALUTAZIONE ITINERARIO | Splendido ambiente, panoramico, via non banale |
ACCESSO e AVVICINAMENTO | Raggiungere il parcheggio del rifugio Pizzini, presso l’albergo-rifugio dei Forni, dove lasciare l’auto per proseguire a piedi, lungo la mulattiera che dapprima ripida e poi più dolcemente, conduce fino al rifugio Pizzini (1-1.30 h) |
RELAZIONE ITINERARIO | Dall’uscita del rifugio Pizzini, dirigersi verso la montagna, prendendo una mulattiera che procede verso la sinistra (ce ne sono due, attenzione a non prendere quella più a destra che porta verso il rifugio Casati). Proseguire in direzione dell’enorme roccione posto davanti alla base del Gran Zebrù, che bisogna superare sulla sinistra. Accerchiato il roccione, si arriva alla base del canalino detto “collo di bottiglia” (1h30’), da qui è necessario indossare i ramponi. Risalire il canalino fino alla sommità, con pendenze fino a 50/55°. Giunti al colletto, procedere verso sinistra, tenendosi a destra del costone roccioso, fino a che le pendenze non si abbassano e si arriva a un colle. Dal colle risalire il breve pendio, per poi traversare sulla destra, fino a una catena con corda fissa, poi riprendere la salita più ripida, fino a raggiungere la cresta. Le pendenze variano dai 40° ai 55°. A seconda della traccia, la cresta si supera sul bordo del pendio del versante nord (molto esposta), oppure rimanendo sul pendio della normale. In ogni caso prestare attenzione. Dopo poco si giunge alla croce di vetta (3h). |
DISCESA | Lungo il percorso di salita |
NOTE | Salita in condizioni di buon innevamento, il che riduce i rischi tipici di caduta sassi nel collo di bottiglia. Purtroppo le condizioni meteo e, soprattutto, di visibilità erano mediocri, il che ha reso un po’ più difficoltoso procedere. Per essere una normale non è banale, bisogna prestare particolare attenzione in alcuni tratti molto esposti, soprattutto in considerazione della grande affluenza dei periodi estivi. Personalmente il PD+ mi sembra un po’ stretto. |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI | - |
DATA RELAZIONE | Salita con il Corso di Alpinismo 2014, istruttori: Mario, Marco F., Marco C., Eugenia, Giacomo |
RELAZIONE | Giacomo 14-15 giugno 2014 |