LOCALITA’ DI PARTENZA | Noasca |
QUOTA ATTACCO | 1150 |
QUOTA ARRIVO | 1350 |
ESPOSIZIONE | S - O |
TIPO DI ROCCIA | Granito, ottimo, a parte la vegetazione di cui sopra. Un po’ sporca nell’ultimo tiro, attenzione ai sassi. |
PERIODO CONSIGLIATO | Primavera e Autunno |
RIFUGIO D’APPOGGIO | - |
PRIMI SALITORI | Roberto Bonis e Marco Pozzi , maggio 1973 |
DIFFICOLTA’ | 6a (6a/A1 obbl.) TD |
SVILUPPO DIFFICOLTA’ | 140 m |
TEMPO DI SALITA | 1h30 |
TEMPO DISCESA | 1h |
ATTREZZATURA e CHIODATURA | Via quasi interamente da proteggere, soste attrezzate, alcuni chiodi in via, necessari friends e nuts. Portare 10-12 rinvii. |
VALUTAZIONE ITINERARIO | Via molto bella e fisica soprattutto nel secondo e terzo tiro, roccia gneiss granitico in ottimo stato anche se a tratti con licheni. |
ACCESSO e AVVICINAMENTO | Giunti a Noasca, parcheggiare l’auto nel parcheggio oltre il ponte che attraversa il fiume. Si sale verso la cascata (indicazioni, si parte da dietro la Chiesa),quasi subito si prende il sentiero che si dirama a destra e passa sotto le pareti a destra della cascata (tempo di avvicinamento 30 minuti);lo si segue fino a giungere al lato sinistro della Torre di Aimonin. Se si risale il pendio verso sinistra si va all’attacco di Pesce d’Aprile, si deve proseguire verso destra lungo la parete, fino a incontrare l’evidente diedro. |
RELAZIONE ITINERARIO | I tiro: si sale il diedro per balze fino a giungere alla prima sosta (4 a ). Anche se verrebbe naturale continuare per il diedro si consiglia di sostare qui per meglio controllare il seguente tiro impegnativo ed abbastanza lungo. (proteggersi con un friend) II tiro: si procede per una bella fessura sulla destra da proteggere con un friend 0.75 - 1 fino a giungere ad un comodo appoggio per il piede destro mentre il secondo trova un piccolo svaso in placca… ora serve riflettere per il superamento dei successivi passaggi sicuramente impegnativi. Si procede superando una prima lama di sviluppo orizzontale posta sulla nostra verticale in un passaggio delicato ed una seconda più grossa tenendosi col la mano dx rovescia nell’evidente fessura al di sotto della lama e avanzando con i piedi in placca fino a trovare una comoda presa nella parte superiore della roccia, per la mano sinistra (proteggersi con friend piccoli). con un passaggio fisico si supera la seconda lama. Di seguito si guadagna la sosta per passaggi leggermente meno faticosi ma comunque quasi interamente da proteggere(5b 2 chiodi) III tiro: dopo un piccolo e semplice passo si giunge ad una stupenda quanto faticosa lama che in dulfer si supera…se non fosse da proteggere, anche velocemente…ma…siamo in valle dell’Orco quindi direi 3 friend dall’ 2 al 3. Il tiro è breve ma” intenso”.(5c) IV tiro: a questo punto ci si sposta a Dx superando un pungente pinetto fino ad una cengia comune con la via Boreatti. Da qui si procede per una netta fessura ricurva ,anch’essa da superare in Dulfer,(un nat incastrato)che da dx ci riporta sulla verticale del diedro. Passaggio fisico da proteggere con 2 friend piccoli 0.4 , 0.75 . (6 a) si prosegue poi in placca per balze (1 chiodo) fino ad una sosta su alberi da cui ci si può calare in doppia. V tiro: decisamente sconsigliato, dato che si devono attraversare metri di cespugli e bosco pieno. Da qui, inoltre, si deve scendere per il sentiero che si sviluppa verso sinistra, guardando la valle, che non è ben segnato ed è pieno di rovi e cespugli. |
DISCESA | Per il sentiero che si sviluppa verso sinistra, guardando la valle, che non è ben segnato ed è pieno di rovi e cespugli. Se non c’è gente in parete, meglio calarsi alla fine del terzo tiro dalla sosta su pianta. Dovrebbero essere sufficienti tre doppie con corde da 50 metri. |
NOTE | Bello il primo tiro, interessante esempio di via schiodata. Per il resto, la via è decisamente evitabile, perché discontinua e sporca. |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI | - |
DATA RELAZIONE | Giugno 2011; Marco, Francesca, Stefano , Mario |
RELAZIONE | Marco Fumagalli |
secondo tiro...